L’obiettivo dello studio è quello di approfondire il quadro conoscitivo esistente in ambito di attività estrattiva, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili dei territori ricadenti nel comprensorio della Comunità Montana del Casentino, in linea con i principi richiamati dalla legge regionale Toscana per il governo del territorio, che promuove lo sviluppo sostenibile delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio medesimo, tenendo conto che lo svolgimento di tali attività e l’utilizzazione delle risorse territoriali ed ambientali deve avvenire garantendo la salvaguardia e il mantenimento dei beni comuni.
Lo studio prende base dalla documentazione esistente costituita dagli elaborati del piano intercomunale delle attività estrattive redatto nel giugno 1984 per conto della Comunità Montana del Casentino, dalla documentazione fornita dalla Regione Toscana in merito ai vari Piani Regionali delle Attività Estrattive (PRAE e PRAER) e dal PTCP della Provincia di Arezzo, prevedendo l’acquisizione della documentazione esistente con restituzione elaborata attraverso i Sistemi Informativi Geografici (GIS). L’elemento fondamentale per l’aggiornamento del quadro conoscitivo esistente è rappresentato dall’approfondimento delle conoscenze di base della geologia del Casentino che è avvenuto attraverso l’analisi della cartografia CARG e l’acquisizione delle cartografie geologiche di supporto ai vari Piani Strutturali Comunali.
La conclusione del lavoro nel 2008 prevedeva un veloce esaurimento della produzione d’inerti nell’area del Casentino dove attualmente l’attività estrattiva è svolta solamente in comune di Bibbiena, nei sedimenti alluvionali del torrente Corsalone e del torrente Sova. La cava di calcare di Lierna, nel Comune di Poppi è ancora attualmente inattiva per problematiche di assetto idrogeologico del versante, interessato in passato recente da movimenti franosi di grave entità ed in ogni caso propone scarse volumetrie d’interesse (circa 30.000 mc). In Casentino il PAERP, che costituisce di fatto il piano di programmazione delle attività estrattive per il prossimi anni, prevede di mantenere delle aree di Risorsa senza inserimento di nuovi Giacimenti in considerazione di due fattori principali: